BOLLETINO
NOSTRA SPIRITUALITÀ
S.Alfonso, non invecchia mai ! E certo il grande dottore e vescovo il cui spirito doveva poi dilatarsi oltre le Alpi... aperto, perspicace, pieno di equilibrio ed insieme di libertà, di sodezza, di poesia”. E’ stato oggetto di tanti studi, profili, biografie; molti lo hanno calato nel contesto del settecento, non facile, alcuni lo hanno visto e osannato come il riformatore della morale, lo hanno invocato celeste padre dei moralisti, sono pochi quelli che lo hanno salutato come padre spirituale. Fondatore non di una nuova dottrina o via spirituale, ma innovatore di quelle dottrine tradizionali.
E’ partito dall’esperienza che ha fatto di Dio per insegnare Dio a figli che avevano perso il concetto e il gusto di Dio che conferma il suo Amore in Gesù Cristo. In questo cammino spirituale, i poveri saranno i “maestri”, loro insegneranno al missionario, allo scrittore, al teologo, all’artista, la “via” spirituale. “A me par bello dirlo santo, amico del popolo, - scriverà il cardinal Capecelatro - e amico vero del popolo perché amico vero di Dio”. Dall’esperienza di Dio, e sola da essa, Alfonso insegna Dio, costruisce la sua spiritualità. Sarà l’avvocato dei poveri, il difensore dell’uomo, dei suoi diritti, della sua dignità di figlio di Dio, figlio dell’amore redentivo.
La spiritualità di Alfonso de Liguori, è la spiritualità dell’uomo che ha studiato a lungo i bisogni della gente, è entrato nelle loro case, nelle borgate desolate del regno napoletano, ha trovato l’uomo nudo di valori, spoglio della sua dignità, vuoto nella speranza. L’opera del nostro simpatico santo napoletano - come lo definiva Benedetto Croce - non si scosta di molto dalle tradizionali dottrine spirituali. La sacra Scrittura, i Padri, l’insegnamento dei concili, la vita dei santi, saranno le fonti del suo messaggio spirituale.
“In questa scelta e in questa presentazione della dottrina classica risplende l’arte ed il genio di S.Alfonso. Tutte le sue opere spirituali rivelano la mano di un maestro incomparabile”.
E’ stato maestro perché discepolo. La sua vita spirituale e il suo messaggio constano di tre cose: nella fuga dei peccati, nella pratica delle virtù e nell’unione con Dio. La fuga dei peccati diventa per l’autore della Thelogia moralis fuga della tiepidezza. La pratica delle virtù per Alfonso si attua nella pratica di Amare Dio. L’unione con Dio per il Nostro di attua con la meditazione.
All’uomo del terzo millennio la spiritualità alfonsiana comunica la passione per Dio, la gioia di vivere, il rispetto di ogni persona. S.Alfonso, il più santo dei napoletani e il più napoletano dei santi, è stato l’uomo dell’impegno fattivo e dell’allegria, della laboriosità, dell’azione e della contemplazione.
“Tesori di vita spirituale ha diffusi nei suoi scritti il Santo dallo zelo missionario, dalla carità pastorale, dalla accesa pietà eucaristica, dalla tenera divozione alla Madonna, e i lumi della sua mente e gli slanci del suo cuore, nutriti gli uni e gli altri di celeste Sapienza, sono per le anime sostanza di vita e di pietà da tutte assimilabile, a tutte soave invito al raccoglimento dello spirito, facile impulso alla elevazione del cuore a Dio”.
La strada spirituale alfonsiana ha formato milioni di cristiani, ha suggerito alla gente povera l’esperienza più alta dell’amore di Dio con termini umili e colmi di quotidianità. Il santo della carità che ha amato i poveri perché ha amato Cristo. Alfonso non ha visto Cristo nei poveri (quasi sublimandoli). Piuttosto ha visto i poveri in Cristo. E’ l’amore al Suo “corpo totale”, che lo ha reso attento alle membra sofferenti.
Testi di riferimento: MARIO COLAVITA, INVITO ALLA SPIRITUALITÀ ALFONSIANA, IN CONVEGNO INTERNAZIONALE PER IL III CENTENARIO DELLA NASCITA DI S.ALFONSO M. DE LIGUORI (1696 - 1996), NAPOLI 20-23 OTTOBRE 1997