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LAICATO

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L’ASSOCIAZIONE TRA I LAICI E LA CONGREGAZIONE DEI REDENTORISTI

 

Negli ultimi anni, sotto la spinta dell'ecclesiologia del Concilio Vaticano II, si e affermata nella Chiesa una coscienza più chiara della complementarietà tra la vocazione religiosa e quella laicale. La collaborazione dei laici con gli istituti religiosi viene promossa come uno dei mezzi più atti a potenziare il dinamismo apostolico sia dei religiosi sia dei laici e come testimonianza trasparente della evangelista della comunione ecclesiale. La nostra Congregazione, fin dagli inizi, è stata sempre molto vicina al popolo in modo particolare a quello più povero ed abbandonato e ha cercato la collaborazione con i laici nel suo impegno apostolico.

 

LA COLLABORAZIONE. Il fatto che lo Spirito Santo spinga oggi i fedeli laici a una maggiore collaborazione nella evangelizzazione dei poveri, costituisce per la comunità ecclesiale e redentorista un segno dei tempi prezioso. Occorre che noi, Redentoristi, vi rispondiamo in maniera pronta e convinta: stimolando i laici a una coscienza matura della loro specifica vocazione, radicata nel battesimo, e a una maggiore prontezza e generosità nel rispondervi; invitandoli con franchezza a partecipare alla spiritualità e missione redentorista; aprendo loro le nostre comunità e intensificando la formazione dei Redentoristi perché siamo meglio disposti e più capaci di collaborare con loro; rimanendo sempre pronti a lasciarci arricchire da ciò che lo Spirito opera in loro. La collaborazione va progettata in maniera che Redentoristi e laici siano effettivamente con-soggetti della evangelizzazione dei poveri. La sua realizzazione dovrà essere sempre contrassegnata da attiva corresponsabilità e da sincero rispetto reciproco. L'obiettivo verso cui tendere è la "famiglia redentorista" articolata in diversi livelli concentrici di appartenenza. La collaborazione si fonda sulla condivisione da parte dei laici della missione propria della comunità redentorista. La secolarità e gli specifici carismi e competenze dei laici contribuiranno a dare alla evangelizzazione della comunità redentorista una più chiara incarnazione e significatività. La comunità redentorista metterà a disposizione dei laici la ricchezza e la fecondità del suo patrimonio spirituale e materiale. In questa maniera il dinamismo apostolico potrà ricevere maggiore slancio e incisività. Le forme di collaborazione possono essere individuate correttamente solo nel dialogo con gli stessi laici. Occorre che la comunità redentorista si impegni previamente ad ascoltarne con sincerità aspirazioni e bisogni. I criteri con cui operare tale discernimento sono molteplici. Non vanno però mai omessi: il rispetto per il cammino del laicato nella Chiesa universale e locale; la promozione di una più chiara consapevolezza della sua responsabilità per la trasformazione evangelica del mondo; un impegno sincero di inculturazione e di adattamento alle varie sensibilità sociali; l'ascolto attento dei desideri e dei bisogni dei laici e il rispetto delle esigenze della loro condizione secolare e familiare; la sintonia con le priorità pastorali della comunità provinciale; il grado di maturazione alla collaborazione presente nella comunità redentorista e le giuste esigenze della sua vita comunitaria.

 

LAICI E LA VITA APOSTOLICA DELLA COMUNITÀ. La collaborazione con i laici sarà sempre retta dal senso unitario della nostra vita apostolica "che fonde insieme la vita di speciale dedicazione a Dio e l'attività missionaria" (Cost. 1) e che ha come sua legge essenziale "vivere nella comunità e, per mezzo della comunità, svolgere l'attività apostolica" (Cost. 21). La collaborazione comporta perciò sempre anche una qualche partecipazione dei laici alla dinamica spirituale e fraterna della comunità. Le modalità e i gradi di tale collaborazione e partecipazione (cioè associazione) saranno ispirati da realismo e insieme da sincera volontà di sviluppo, alla luce sia del cammino della comunità sia dei desideri e del grado di formazione dei laici. I nostri collaboratori laici avranno un ruolo attivo con la comunità redentorista nel progettare e nel verificare gli impegni apostolici comuni e i momenti di partecipazione alla vita della stessa comunità.

 

LE MODALITÀ DELLA COLLABORAZIONE. Nel rispetto dei desideri degli stessi laici e delle possibilità presenti nella comunità redentorista, la collaborazione e la partecipazione (associazione) possono essere realizzate: a livello di singole persone o di gruppi; per un arco di tempo limitato o in una maniera più stabile; secondo una maggiore o minore disponibilità di tempo e di possibilità; nella modalità di volontariato gratuito o di lavoro retribuito. Le forme di collaborazione con i laici presenti attualmente nelle diverse unità C.Ss.R. vanno incrementate e costantemente rinnovate perché rispondano meglio alla evangelizzazione degli abbandonati. Occorre però anche essere costantemente attenti alle nuove esigenze e alle nuove possibilità. Esaminando le forme di associazione tra redentoristi e laici scopriamo una gran varietà di categorie, livelli e gradi di associazione. Le categorie più comuni di associazione con i redentoristi (per tradizione antica) sono quelle di “benefattori” e di “oblati”. I benefattori sono uomini e donne che appoggiano i redentoristi, le loro opere e le loro missioni con preghiere e contributi economici. Gli Oblati hanno una lunga e variegata storia nella Congregazione. Oggi quello di “Oblato” è soprattutto un titolo onorifico. Si è soliti dare questo titolo come forma di riconoscimento a una persona  per i servizi prestati per lungo tempo. Nella Congregazione redentorista possiamo riconoscere, tra le forme più comuni di “associazioni con laici” 3 categorie: (1) Quelli che condividono la spiritualità redentorista, (2) L’associazione per la missione; (3) Quelli che cercano, come laici e laiche una condivisione più profonda nella “vita apostolica redentorista, che include la preghiera, la vita in comunità e la missione. In ognuna di queste categorie ci sono poi diversi gradi di “intensità”. Alcune persone e gruppi hanno incontri occasionali con la Congregazione e pregano per i redentoristi e per la missione. Altri formano comunità cristiane e lavorano a fianco, in modo molto vicino con i redentoristi; alcuni fanno l’esperienza di vivere in una comunità o impegnarsi come “Missionari laici del Ss. Redentore”. Il processo di formazione di questi laici e laiche varia a seconda la categoria e il grado di intensità dell’associazione.

 

FORMA DI ASSOCIAZIONE 1 - PREGHIERA E RIFLESSIONE COMUNE IN UN AMBITO REDENTORISTA. Una prima forma di associazione consiste nel sentirsi ispirati e sostenuti nella vita cristiana attraverso la preghiera e la riflessione in un contesto di apostolato dei redentoristi. A questo livello di associazione si pone l'accento sulla preghiera e la riflessione, e non sulla missione attiva. IN GENERALE si tratta di • Gruppi di apostolato della preghiera • Circoli di amici • Gruppi di preghiera • Confraternite • Circolo di associati Redentoristi  • Gruppi di Oblati e benefattori.

 

FORMA DI ASSOCIAZIONE 2 - CONDIVISIONE DELLA MISSIONE REDENTORISTA. Questa seconda forma di associazione pone l'accento su un impegno a condividere il carisma e la partecipazione attiva nell'apostolato missionario redentorista. IN GENERALE • Squadre di missionari itineranti • Missionari laici del SS. Redentore • Agenti pastorali e catechisti • Leaders delle comunità di base • Predicatori laici di ritiri spirituali • Maestri e professori nelle scuole • Pubblicazioni, Santuari, PGVR • Lavoratori delle organizzazioni CSSR.

FORMA DI ASSOCIAZIONE 3 - CONDIVISIONE PIÙ PROFONDA DELLA ”VITA APOSTOLICA” REDENTORISTA: VITA DI PREGHIERA, DI COMUNIONE E DI MISSIONE. Questa terza forma di "associazione" richiede un maggiore impegno, più concreto, diretto e formale, con la missione redentorista. Richiede anche una qualche forma concreta, e pianificata di condivisione della vita della comunità redentorista nella preghiera, nello studio, nelle celebrazioni e una qualche forma di ricreazione con i redentoristi. Si richiede anche un rapporto e un impegno più duraturo. IN GENERALE • Vivere e lavorare con i redentoristi per un tempo definito  e uno scopo specifico • Vivere e lavorare, come laico, con i redentoristi per un tempo più lungo, con la possibilità di emettere anche promesse formali • Vivere e lavorare come “Laici Missionari del Santissimo Redentore”.

 

LA FORMAZIONE. Tutte le forme di collaborazione e di partecipazione vanno preparate e accompagnate da una adeguata formazione sia dei Redentoristi sia dei laici, in cui non devono mancare: l'approfondimento teologico-spirituale della vocazione e missione dei laici; una specifica preparazione apostolica per i campi in cui è progettatala collaborazione; l'approfondimento della spiritualità apostolica e comunitaria della Congregazione.

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